martedì, novembre 08, 2005

IL TEMPO ROTOLA SEMPRE PIU' VELOCE. NON C'E' MOLTO DA RECRIMINARE, CHE LE COSE CAMBIANO LO SAPPIAMO DA QUANDO SIAMO SCESI DALLA GIOSTRA DELL'INFANZIA.


Nessuna metafora, intendo proprio la giostra coi cavallucci di legno impennacchiati e la musichetta zuccherata. lassu' il tempo si avvolgeva su se stesso, orbitava fuori dal mondo, era un cerchio magico, puro movimento immobile, incantesimo, stordimento, felicita' senza motivo.
I bambini esitavano un attimo prima di salire sulla giostra, sceglievano con cura e trepidazione il veicolo che li avrebbe trasportati nella grande danza cosmica: una carrozza dorata, un cigno cavo, una piccola astronave rossa, una grande tazza di caffe', una diligenza impolverata. Erano mezzi di trasporto quasi immateriali, lievi forme di fantasia, piume celesti su cui il bambinosi sedeva per volteggiare ancora un poco fuori dal tempo. E accanto alla giostra c'era il vecchietto che vendeva i palloncini gialli, rossi, azzurri, e anche lui pareva sul punto di abbandonare le quotidiane nefandezze della terra e perdersi con un sorriso tra le nuvole, aggrappato ai suoi globi volanti. Insomma: le giostre precedevano il tempo, lo ignoravano, forse lo temevano e per questo se ne tenevano distanti.
L'infanzia non chiedeva nulla al mondo, ne aveva uno suo, invulnerabile, favoloso, assoluto. I bambini erano magri e luminosi come alieni indifferenti alle tentazioni del mondo. Ebbene: in pochi anni tutto è cambiato. Il tempo ha esugnato quella breve eternita', gli adulti sono penetrati nelle terre circolari dei bambini, le hanno conquistate e sottomesse, e i loro figli sono diventati grassottelli, esigenti, schiavi dell'attimo e delle mode. Ora sulle giostre si contendono a ceffoni repliche di Smart e di elicotteri Apache; la musica ipnotica da carillon è sostituita dalle canzonette sudamericane dell'estate, salse e macarene da villaggio turistico: e il venditore di palloncini offre enormi telefonini gonfi d'elio, gialli rossi e azzurri, pronti a scapparedalla manina paffutella su nel cielo delle comunicazione. E la nonne non hanno piu' i capelli bianchi o turchini, ma le chiome biondo platino, le labbra rifatte e le carni frolle strizzate in jeansetti adolescenziali, e qualcuna sfoggia sulla pelle grinzosetta contorti tatuaggi tribali. E così, per capire come girano le cose, basta sedersi un minuto accanto ad una giostra: la favola è finita, il cerchio è rotto, le merci del presente hanno travolto anche il regno sospeso dei bambini.

articolo di Marco Lodoli pubblicato su "D la repubblica delle donne" del 5 novembre 2005