lunedì, febbraio 11, 2013

POLITICAMENTE SCORRETTO

Sinceramente non mi sento più di rispettare  chi vota gente che promuove il condono fiscale, condono edile, che tratta le donne in modo spocchioso e maschilista con battute fuori luogo e piene di ragnatele.
Questa gente che continua ad apprezzare il mondo che viene disegnato da un'imbonitore che sono 20anni che vende fuffa, 20anni che propina sempre le stesse cose allo stesso modo, queste persone io non le rispetto più, non le vorrei avere accanto sull'autobus o in fila alle poste, persone che si vergognano di ammettere che lo hanno votato, persone fantasma che miseramente saltano da una barca all'altra appena vedono che sta affondando, gente che vive con un unico faro nella vita che è quello dello stimolo della pancia, dell'ignoranza, della furbizia becera, della meschinità e del sotterfugio.
Questa è gente pericolosa, che andrebbe rieducata o quanto meno tocca aspettare che si estingua sotto una forte rivoluzione culturale per non dire di peggio!
Il vero problema è che di questa rivoluzione culturale non ce n'è traccia, non uno spot in questa campagna elettorale, non un rigo nei programmi, semplicemente perchè nessuno ne tiene conto e non sono in grado di propinarla.

lunedì, marzo 08, 2010

il silenzio degli indecenti


E' tanto che non scrivo nel mio blog, forse perchè più volte l'ho reputato come qualcosa di autoreferenziale, eppure sono anche stato letto da sconosciuti e mi ha permesso di rincontrare una amica delle medie. Però poi il silenzio ha prevalso, come qualcosa che ti soffoca, che non ti permette, o meglio, non ti fa credere che scrivendo, qualcosa possa cambiare. Molti scrivono, poco cambia, perchè proprio quello che io scrivo dovrebbe servire a qualcosa? oggi però ne sento forte la necessità e soprattutto ho il tempo. Mentre scrivo, mia figlia è difronte a me e sta commentando una poesia di Ungaretti, I FIUMI. Deve commentare, cioè esprimere con sue parole ciò che il testo le ha comunicato, niente di più. Invece si perde tra le didascalie, le note a fianco del testo e quello che ha spiegato la prof. E' cosi difficile insegnare a scrivere sentendo il rumore che si ha dentro noi stessi? la poesia parla chiaro, non è criptata, è scritta in italiano, eppure lei la vede come un compito, no come un testo che le deve comunicare qualcosa. E' questo che la scuola insegna? Vergogna! Ma perche da questa poesia ho trovato lo spunto per loggarmi nel mio blog mummificato? Sinceramente non mi interessa il motivo, mi basta il fatto che la poesia mi ha dato la forza, o meglio rabbia, di scrivere, qualcosa è stato smosso dentro di me.
Quindi colgo l'occasione, senza tante domande, e parlo del momento storico che stiamo vivendo.
Una certa persona, anni or sono, sosteneva che nell'universo tutto è relativo. Bene. Oggi c'è una gran parte degli essere umani che ha preso questa frase e la applica alla lettera. Peccato che il riferimento della frase era per quanto riguarda ciò che si può chiamare scienza e non per i dogmi, leggi e regole che l'uomo si è inventato per cercare di mettere dei paletti per non rischiare di avere una società allo sbando ed incivile. "La legge si può cambiare per tutti" o "fatto l'inganno trovata la legge" sono le due migliori espressioni che mi vengono in mente, questo grazie agli avvenimenti degli ultimi anni, dove politici e loro simili, passano il tempo a fare leggi e leggine con un contorno di decreti, quasi a dover dimostrare il loro fare con tutto questo inchiostro per le gazzette ufficiali. Anche stavolta, sotto elezioni imbavagliate, non si fa altro che parlare di problemi tecnico-legali invece di presentare alla gente soluzioni per i loro problemi. Quindi questo silenzio lo paghiamo noi, una democrazia del non-confronto, dell'arroganza e del non rispetto, la gente continua a campare, sopravvivere e tira dritto. Se i politici sono veramente rappresentativi del "popolo", scusate questo termine 800entesco, allora l'Italia è veramente messa male. L'humus italiano è pieno di OGM, talmente modificati che non sono neanche più riconducibili a qualcosa che si conosce, si nascondono nel putridume creato da ognuno di noi giorno dopo giorno. Stanno dietro una barriera di finto liberismo, di becero comunismo e di una agonizzante democrazia.A questo punto..... VIVA L'ANARCHIA!

mercoledì, gennaio 18, 2006

LA TV FA MALE AI BAMBINI? INDICATORI DI RISCHIO DA TELEPATOLOGIA


Guardare la TV può “far male” ai bambini?
Come ogni innovazione tecnologica la televisione ha portato all’uomo vantaggi e possibilità di crescita, può però, in alcuni casi, attivarecondizioni negative e rischiose per i bisogni di salute fisica psichica e sociale del bambino o dare “il vestito” all’espressione della patologia, del disagio psichico.
 
 
Perché può essere rischioso per la salute psichica del bambino?
Dall’osservazione clinica di condizioni psicopatologiche si evidenzia che, in alcuni casi, l’utilizzazione della televisione diventa una modalità sintomatica di vivere: se vengono a mancare i valori trasmessi dalla famiglia e dalle istituzioni sociali, il bambino vive e trova il suo compenso nell’abuso della TV ed assorbe come valori quelli comunicati della televisione.
 
 
A quale funzione sociale assolve la televisione?
 Per alcuni bambini, dall’essere strumento di informazione e di intrattenimento nel tempo libero, la televisione finisce per assolvere alla funzione di educatore, di “strumento umanizzato”, diviene una compagnia virtuale, talvolta preferita a quella reale.
 
 
Quali sono le situazioni a rischio?
L’abuso televisivo può essere dannoso in alcuni particolari casi a rischio.
Sono situazioni a rischio quando:
§          viene a mancare la identificazione primaria con i genitori;
§          i genitori non hanno energie da investire;
§          i bambini vivono in un clima familiare problematico e violento.
 
 
Cosa accade se viene a mancare la identificazione primaria con i genitori?
 Il bambino nella sua crescita ha necessità di figure con le quali identificarsi.
L’identificazione primaria è con i genitori, l’identificazione secondaria avviene attraverso ogni altro supporto familiare e scolastico (nonni, zii, genitori di amici, insegnanti ecc.) quella terziaria con le informazioni collettive, le immagini idealizzate, i coetanei.

Se viene a mancare l’identificazione primaria, il bambino che ha risorse attiva l’identificazione secondaria utilizzando ciò che la realtà gli offre.
Quando invece il bambino è vulnerabile viene a trovarsi in un vuoto depressivo e nel bisogno di avere modelli con i quali identificarsi. Cerca, quindi, supporti facilmente fruibili tra ciò che incontra: il principale supporto spesso è ciò che viene visto in TV. Inoltre guardare la TV esime il bambino in difficoltà dall’avere rapporti sociali.
Se infatti il bambino o il giovane per loro difficoltà (ansia di separazione, ansia da prestazione o ansia persecutoria) evitano una relazione con il mondo esterno, la relazione con la realtà viene elusa e surrogata con la TV le cui scene diventeranno la realtà del bambino/ragazzo.

Normalmente, quando osserviamo delle scene emotivamente impegnanti, ne siamo presi, ci identifichiamo nelle scene ma poi, finito lo spettacolo, ritorniamo alla nostra realtà; questi bambini/ragazzi non riescono a de-identificarsi ma proseguono a vivere la scena come se fosse la loro vita, entrano quindi in una dimensione psicotica.
 
In questa mancata de-identificazione possono essere coinvolte le pulsioni aggressive e sessuali che, non avendo un filtro di valori interni acquisiti, possono poi essere agite nelle realtà.
 
 
E quando i genitori non hanno energie da investire?
Alcuni genitori sono indaffarati, non hanno capacità o tempo da dedicare allo sviluppo psico-emozionale del proprio figlio e spesso utilizzano la TV come strumento sussidiario.
 
In effetti il bambino, già dal primo anno di vita, messo davanti alla TV si calma, sta buono, sembra poi, crescendo, divertirsi, apprendere.
 
Il bambino vive però passivamente gli stimoli sonori e visivi equivalenti di stimoli affettivi, senza essere avvezzato alla fatica del confronto con la realtà, senza la mediazione del genitore che lo aiuta a distinguere tra quello che è reale e quello che è finzione. A tal punto che, a volte, se gli viene a mancare la TV, si manifestano attacchi di panico equivalenti all’ansia di separazione dalla madre.
 
 
E quando i bambini sono testimoni delle violenze in famiglia?
 
I bambini testimoni delle violenze in famiglia vivono sentimenti penosi di angoscia, depressione, senso di colpa, vergogna.
 
Utilizzano come meccanismi di difesa la fuga dalla realtà, il rifugio nella fantasia, la visione televisiva diventa strumento consolatorio.
 
Mentre il bambino normale e con risorse ripropone nel gioco attivamente i propri traumi per superarli, il bambino testimone di violenza, vulnerabile,ricerca passivamente nella TV la ripetizione della scena familiare perché così tende a normalizzarla.
Realtà familiare e finzione TV sono le sue realtà di violenza su cui si conferma e che tende a ripetere.
 
Nei bambini testimoni di violenzai meccanismi identificatori sono quelli con l’aggressore, la vittima e con i valori negativi socialmente non accettabili.
 
Nell’identificazione con l’aggressore, per liberarsi dell’angoscia suscitata dal comportamento del genitore, il bambino ne assimila il comportamento, normalizzando l’immagine del genitore, conformandosi ad esso rinforzato dalla violenza veicolata dalla TV.
 
Nell’identificazione con la vittima, soprattutto quando si è condizionati da persona autoritaria e dai sensi di colpa, il bambino appaga le istanze espiatorie assumendo il ruolo di vittima che poi andrà alla ricerca di un “carnefice”.
 
Nell’identificazione con i valori negativi, attraverso il comportamento anomalo del genitore, violento, perverso, confermato e normalizzato da ciò che vede in TV il bambino entra massicciamente in contatto con aspetti collettivamente rifiutati: l’odio, l’aggressività e la sessualità perversa assumendoli come valori a cui conformarsi.
 
Sottolineare i meccanismi di identificazione, permette di chiarire perché un tal bambino, in altre occasioni della propria vita, divenga poi egli stesso carnefice o vittima.
 
Se è presente l’identificazione con l’aggressore, il bambino è attratto in TV da figure carismatiche e violente, che poi cerca di emulare nella realtà. Va alla ricerca di vittime che lo confermino come aggressore, da adolescente può compiere atti violenti nei confronti della società come atti di bullismo, da adulto è persona aggressiva.
 
Se prevale l’identificazione con la vittima, il bambino sviluppa una visione del mondo violento e prevaricatore da cui si esime ritirandosi. Viene attratto in TV da figure carismatiche e violente, che poi ricerca nella realtà per confermarsi come vittima in cui il violento è il proprio eroe oppure ricerca dalla TV la realizzazione di un mondo buono e ideale compensatorio della tristezza della vita reale.
 
Nell’identificazione con i valori negativi ripropone nella sua vita i valori collettivamente negativi con cui è entrato in contatto nella vita familiare nei corrispondenti valori negativi riconosciuti nella TV.
 
 
Quali sono gli indicatori di rischio da telepatologia?
Abuso televisivo, con contemplazione della TV superiore alle due – tre ore quotidiane.

§          Euforia o esaltazione nella contemplazione delle immagini televisive dei programmi preferiti.
 
§          Riduzione delle attività di svago alternative alla visione televisiva.
 
§          Rarefazione dei rapporti sociali, con apatia di fronte ad inviti allettanti.
 
§          Consumo di programmi televisivi, sui quali non si tollera l’interferenza e il commento.
 
§          Appiattimento delle capacità critiche e passività mentale di fronte ai contenuti mediati dalla tv.

§          Confusione tra la realtà e la descrizione televisiva della realtà, accettazione di quanto detto in televisione come realtà assoluta e superiore alle altre

§          Crisi di astinenza con nervosismo, irritabilità e agitazione ansiosa, nel momento in cui il soggetto non ha disponibile una televisione.

§          Ansia e depressione abnorme e ricorrente associata a notizie apprese in televisione.
 
 
Il Progetto Girasole
Il Progetto Girasole è dedicato alla prevenzione e al trattamento del disagio infanto-adolescenziale.
Per facilitare la precocità del riconoscimento dei disturbi ed il corretto intervento, nell’ambito del Progetto Girasole, è attivo per le famiglie e professionisti dell’infanzia un servizio di consulenza telefonica: tel. 06.6859.2265.
 
 
Unità Operativa di riferimento
Ø       Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile
Ø       Progetto Girasole

 a cura del Dott. Francesco Montecchi
Dipartimento di Neuroscienze - Neuropsichiatria Infantile Ospedale Bambin Gesù di Roma

martedì, gennaio 10, 2006

RISPOSTA A BEPPE GRILLO


Cari amici vorrei proporre a tutti voi, rispondendo alla proposta di Beppe di scendere in strada con le nostre biciclette, di uscire lo stesso giorno ( il primo sabato di ogni mese) con i propri figli, un pallone, una corda, una bicicletta, un paio di pattini, un acquilone, una cerbottana con cartoccetti di carta, un elastico, uno skate e incominciare ad usarli con tutta disinvoltura in mezzo alla strada, senza preoccuparsi di automobilisti incalliti, senza preoccuparsi degli insulti che si potranno ricevere, ma preoccupandosi solamente di vedere i bambini felici e forti di essersi ripresi il loro spazio continuamente usurpato dalla "societa' civile" che pensa di posteggiarli a spina di pesce in qualche baby parking!
viva la vita!

Diego Labonia

martedì, novembre 08, 2005

IL TEMPO ROTOLA SEMPRE PIU' VELOCE. NON C'E' MOLTO DA RECRIMINARE, CHE LE COSE CAMBIANO LO SAPPIAMO DA QUANDO SIAMO SCESI DALLA GIOSTRA DELL'INFANZIA.


Nessuna metafora, intendo proprio la giostra coi cavallucci di legno impennacchiati e la musichetta zuccherata. lassu' il tempo si avvolgeva su se stesso, orbitava fuori dal mondo, era un cerchio magico, puro movimento immobile, incantesimo, stordimento, felicita' senza motivo.
I bambini esitavano un attimo prima di salire sulla giostra, sceglievano con cura e trepidazione il veicolo che li avrebbe trasportati nella grande danza cosmica: una carrozza dorata, un cigno cavo, una piccola astronave rossa, una grande tazza di caffe', una diligenza impolverata. Erano mezzi di trasporto quasi immateriali, lievi forme di fantasia, piume celesti su cui il bambinosi sedeva per volteggiare ancora un poco fuori dal tempo. E accanto alla giostra c'era il vecchietto che vendeva i palloncini gialli, rossi, azzurri, e anche lui pareva sul punto di abbandonare le quotidiane nefandezze della terra e perdersi con un sorriso tra le nuvole, aggrappato ai suoi globi volanti. Insomma: le giostre precedevano il tempo, lo ignoravano, forse lo temevano e per questo se ne tenevano distanti.
L'infanzia non chiedeva nulla al mondo, ne aveva uno suo, invulnerabile, favoloso, assoluto. I bambini erano magri e luminosi come alieni indifferenti alle tentazioni del mondo. Ebbene: in pochi anni tutto è cambiato. Il tempo ha esugnato quella breve eternita', gli adulti sono penetrati nelle terre circolari dei bambini, le hanno conquistate e sottomesse, e i loro figli sono diventati grassottelli, esigenti, schiavi dell'attimo e delle mode. Ora sulle giostre si contendono a ceffoni repliche di Smart e di elicotteri Apache; la musica ipnotica da carillon è sostituita dalle canzonette sudamericane dell'estate, salse e macarene da villaggio turistico: e il venditore di palloncini offre enormi telefonini gonfi d'elio, gialli rossi e azzurri, pronti a scapparedalla manina paffutella su nel cielo delle comunicazione. E la nonne non hanno piu' i capelli bianchi o turchini, ma le chiome biondo platino, le labbra rifatte e le carni frolle strizzate in jeansetti adolescenziali, e qualcuna sfoggia sulla pelle grinzosetta contorti tatuaggi tribali. E così, per capire come girano le cose, basta sedersi un minuto accanto ad una giostra: la favola è finita, il cerchio è rotto, le merci del presente hanno travolto anche il regno sospeso dei bambini.

articolo di Marco Lodoli pubblicato su "D la repubblica delle donne" del 5 novembre 2005

lunedì, ottobre 03, 2005

LETTERA APERTA AI GENITORI, ALLA SCUOLA E A TUTTI COLORO CHE HANNO LA FORTUNA DI VIVERE VICINO AI BAMBINI.


Rimango stupefatto ed allibito da alcune abitudini che, secondo me, danneggiano in modo irreparabile il comportamento e il rapporto verso gli altri nei nostri figli. PORTO UN ESEMPIO CHE MI E' SALTATO ALL'OCCHIO:
Attualmente le feste di compleanno della maggior parte dei bambini si svolgono in modo assolutamente non educativo e non formativo della loro persona.
Per la pigrizia di alcuni genitori, i nostri figli sono obbligati a partecipare a compleanni che si svolgono per la maggior parte in luoghi non adatti e con cibi che vanno esattamente all'opposto della nostra cultura culinaria millenaria.
OK, NON VI VA PIU' DI CUCINARE? State lavorando e non avete tempo da dedicare ai piccoli gesti della casa? Non volete sporcare il vostro bellissimo salone con 20 marmocchi che saltano e sbriciolano a più non posso? E allora cosa fate? Convogliate tutta l'organizzazione della festa in un luogo puzzolente e rumoroso, vedi i vari MC DONALD'S o FLUSCH, e date i vostri figli a delle cameriere-animatrici che non hanno nessuna voglia di stare con loro e anzi cercano di sbrigarsi a svolgere il loro lavoro perchè, dopo i vostri cari bambini, ne sono in arrivo altri e la catena di montaggio non si può fermare! Questo è già un pessimo esempio di civiltà che mostriamo ai nostri ben'amati figlioli.
Dopo averli fatti meccanicamente giocare, si passa alla fase culinaria, che a chiamarla cosi già è un complimento. Il cibo che viene proposto va esattamente contro tutti i buoni principi d'alimentazione mediterranea, non c'è niente che sia stato fatto in casa...DOVE SONO FINITE LE NONNE E LE ZIE !?
Questo è il modo d'oggi di far vivere il giorno più bello ai nostri figli. Come possiamo pensare che il futuro sia migliore?
Il compleanno dovrebbe essere il momento in cui nostro figlio si sente circondato dagli amici che lo fanno divertire e lo mettono al centro dell'attenzione, dai genitori che organizzano in casa propria mettendo per un giorno a completa disposizione tutti gli spazi dove il figlio può giocare con i suoi amici. Questo per far sentire ancora più suo lo spazio dove vive tutti i giorni senza che questo venga sempre associato ad un divieto. Quante volte si vieta senza un vero motivo, ma solo per cercare di arginare le irruenze naturali e per cercare il piacere nascosto di essere ubbiditi, come se fosse il risultato giusto del rapporto con il proprio figlio.
Non trovate piacevole costruire sin dalla mattina la festa per vostro figlio? Cucinare le leccornie che più piacciono ai bambini, preparare i giochi con i quali si divertiranno e soprattutto farli ballare tra di loro per farli scoprire un nuovo ed accitante modo di rapportarsi con i coetanei?
Non capisco perchè sono spariti i panini con il burro e salame, i palloncini da scoppiare, il ROCK'ND ROLL da ballare e tutti i giochi che i nostri figli sono in grado di fare da soli senza che ci sia uno sconosciuto ad aiutarli....sarà rimasto uno zio o un amico di famiglia capace di stare con i bambini e farli divertire!
Sono convinto che la societa' ci impigrisce, viviamo in una societa' di servizi, esiste un servizio per ogni cosa, tra poco non saremo più in grado di fare niente da soli semplicemente perchè lo stiamo insegnando ai nostri figli.

Diego Labonia